Il compositore marchigiano sarà festeggiato non soltanto a Pesaro ma anche in molte altre regioni. E anche in Puglia poiché Gioacchino Rossini è uno tra i compositori italiani maggiormente rappresentativi della cultura musicale del nostro Paese. Per questa ragione ARCoPu celebra Rossini presentando l' originale versione della Petite Messe Solennelle per coro, soli, due pianoforti e harmonium. Pertanto Sabato 23 giugno 2018 alle ore 20,30 il Coro Regionale ARCoPu diretto da Andrea Crastolla e Luciano Fiore con Annarita Di Giovine-Ardito soprano, Ilaria Ribezzi contralto, Federico Buttazzo tenore, Carlo Provenzano baritono, Beppe Naviglio maestro del coro, Nunzio Aprile pianoforte, Federico Pische pianoforte, Enrico Tricarico harmonium eseguirà a Brindisi nella Pontificia Basilica Cattedrale l'ultimo lavoro del compositore Pesarese. Il progetto sarà replicato poi Sabato 15 settembre 2018 nella suggestiva Cattedrale di Foggia con lo stesso cast a conclusione della celebrazione rossiniana di ARCoPu.
Dopo aver composto il Guillaume Tell (1829), Rossini si rinchiude in un isolamento artistico che conosce soltanto due eccezioni: lo Stabat Mater del 1842 e la Petite Messe Solennelle del 1863. Resta impressionante il fatto che con la Petite Rossini abbia raggiunto il capolavoro assoluto della sua vita, dopo un’interruzione che avrebbe inaridito qualunque altro talento. In realtà Rossini si tenne in allenamento scrivendo numerosi brani per pianoforte, da lui denominati Peccati d vecchiaia.
E’ utile fare riferimeto a questi frammenti musicali per comprendere come Rossini abbia pensato al suono del pianoforte come strumento principale pr questa opera sacra. La Petite Messe Solennelle infatti, scritta per due pianoforti ed un harmonium, è il frutto di un quotidiano amore per lo strumento, elemento essenziale alla nascita di questo capolavoro. La Petite fu eseguita per la prima volta nel salotto di casa Pillet-Will secondo le disposizioni di Rossini: “per dodici voci del coro e quattro solisti vocali che si univano nel tutti, per un totale quindi di sedici voci”. Rossini fu presente ma non diresse nè richiese la presenza di un direttore: si limitò a girare le pagine dello spartito del pianista. L’attributo petite si riferisce non solo ad un gesto di modestia dell’autore, ma soprattutto alla piccola formazione strumentale e vocale della composizione.
Il concerto in programma vede l'esecuzione della versione originale per soli, coro, due pianoforti e harmonium più intima e coerente con la genesi compositiva di Rossini. La Petite Messe Solennelle è musica sacra, è musica religiosa, è musica che si rifà al lontano passato, alla tradizione della musica liturgica. Nel volgere lo sguardo all’antico Gioacchino Rossini compie il prodigio di preparare il futuro. Quei suoni spogli di ogni inutile orpello, quella linea di canto che non sai se definire da teatro o da chiesa, quel coro che nella sua trasparenza celebra l’amore di Rossini per i testi antichi, tutti questi elementi insieme fanno del timbro della Messe un unicum che guarda all’oggettivazione stravinskiana, al Novecento che prende le distanze dalla retorica romantica e dai vapori decadentisti di fine secolo.